La sentenza del TAR della Campania, del 12 marzo scorso, punisce la supponenza di una dirigenza autoreferenziale e senza un progetto per il futuro.

Quello che è accaduto è drammatico, una pugnalata nel petto di tanti colleghi, che da anni svolgono mansioni superiori e che rischiano per l’ennesima volta di restare al palo.

In Campania, nel concorso dalla seconda alla terza area funzionale, il direttore regionale, nominato presidente della commissione d’esame, successivamente rassegnava le dimissioni dall’incarico, ma lasciava in carica 4 componenti cosiddetti “esperti”, da lui stesso nominati, per affiancare i componenti della commissione, nominati da Roma, in tutte le operazioni d’esame. Dagli stessi verbali delle operazioni di concorso è stato rilevato che i cosiddetti esperti, benché non firmatari dei verbali e dei successivi provvedimenti, hanno partecipato alla correzione degli elaborati scritti.

 

Il giudice amministrativo regionale ha annullato la graduatoria definitiva dei vincitori del concorso.

 

Insomma, tira e tira la corda, la corda s’è spezzata!

 

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